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Sono ormai vari giorni che giro intorno a questo articolo, oberata da cambiamenti improvvisi e dagli impegni della vita, ma anche un po’ bloccata da una sorta di paura che mi rende difficile concentrarmi. Paura, di che? insomma, non a tutti, ma ad alcuni, la vita spaventa un po’: non sapere che accadrà domani, trovarsi una volta di nuovo a ricominciare da capo. Diciamocelo, non è che la vita sia una passeggiata, e tutti gli eventi belli e memorabili sono quasi sempre frutto di sforzo, incertezza, decisioni, salti nel vuoto e scongiuri, affinché vada tutto nel verso sperato.
Così, galleggiando tra questi pensieri, ho rimandato il confronto tra me e la tastiera; ma oggi non ho più potuto evitarlo, mi sono dovuta mettere li, di buona pazienza, nel mio pigiama domenicale, poco ispirata, e con l’augurio che, terminata la scrittura del testo, un po’ di ansia sarà diluita.
Il presente come tecnica per affrontare la realtà
Quando non so cosa fare, uso una tecnica: appigliarmi al presente, aggrapparmi al momento, al qui ed ora, perché, parlare di come sto adesso, di ciò che vivo nell’immediato istante, dei temi ricorrenti dell’ultima settimana, è forse il modo più fluido di lasciare che le parole scivolino fuori.
Oggi quindi, prima di costringermi alla scrittura, stavo lavorando ad un progetto scenografico per un cortometraggio che gira intorno alla storia di un produttore di film porno, di cui mi ritrovo a dover ambientare lo studio. Solo per farvi capire, ho passato la mattinata a googolare “lampade a forma di corpo”, “statue di pene”, “frustini di pelle” e cose del genere per trovare spunti e possibili fornitori. Ho navigato quindi nel mondo del porno, non con l’intenzione di abbandonarmi ai suoi piaceri, ma con l’occhio esterno e analitico di chi deve mettere insieme gli elementi e trovare soluzioni creative. Cercando quindi le stampe e i quadri che un ipotetico produttore porno potrebbe appendere alle pareti del suo studio, è apparso, improvvisamente!!, un artista, che come un lampo ha squarciato ancora una volta le mie idee e credenze sulla storia dell’arte. Se non lo conoscete andate a cercarlo, perché è probabilmente una figura imprescindibile nella storia delle arti visive pornografiche, ecco a voi, vi presento Paul Avril.
Arte erotica nella Francia del 1800
Essendo abbastanza ignorante sulla storia del porno, scopro che fin dall’800 in Francia, c’era un’importante fruizione di letteratura erotica, di cui Avril fu illustratore indiscusso.
Da quello che capisco, Paul Avril, è discendente della cultura erotica derivata da L’ancient Regime francese, caratterizzato infatti da personalità come la regina Maria Antonietta, e che era continuata, seppur più modestamente, durante la rivoluzione francese, fino a raggiungere l’apice a inizio ‘800 con il marchese De Sade e le sue pratiche sessuali spinte. La Francia è ancora oggi, una nazione con forte preponderanza laica, dove il bigottismo della chiesa non è riuscito a scalfire gli animi giocosi e frivoli con cui l’erotismo e la sessualità possono essere vissuti. L’umorismo francese è pieno scherzi a sfondo sessuale, barzellette porno e doppi sensi.
Paul Avril e il suo erotismo laico
Guardando le opere di Avril mi sembra che siano un simbolo davvero concreto di questo erotismo laico, lo stesso che a volte è possibile ritrovare nella pornografia moderna. Sicuramente l’artista è più delicato, perché ad essere più delicato è il medium che usa: il disegno, rispetto al video, è un mezzo che stimola la fantasia dello spettatore e permette di proiettarsi nella storia a proprio gusto. l video-porno al contrario, sono spesso fin troppo dettagliati, tali da far risultare il corpo come un insieme di pezzi anatomici e di far perdere l’aurea sensuale che emanano due corpi che si desiderano. Per questo è più facile riconoscere in Avril un artista, mentre per un autore di film porno, è più difficile.
Se guardiamo a “De Figuris Veneris” ci rendiamo conto della maestosità con cui egli si interfaccia ai temi della carnalità, della materialità, dei mondi fantastici del sogno umano che portano con se archetipi erotici come la sirena, il fauno e Venere stessa. E nonostante la presenza del “bambino” Cupido, tutti gli elementi mitologici servono a fare da cornice al piccolo sipario rosso, lì dove due donne si abbandonano allo spettacolo del sesso. I miti e le credenze, le religioni e i personaggi, sono figli della carne, del piacere che spinge l’uomo a scordarsi dei perché della vita e a godersi il presente: che spinge l’uomo a vivere.
Questa è un po’ la caratteristica del sesso: faci dimenticare passato e futuro e lasciarci vivere nel presente. Esattamente la formula per superare la paura di cui parlavo prima.
E anche se può sembrare molto riduttivo, a volte è proprio il sesso a muovere persone, storie, viaggi, relazioni, fatti …
Perché il porno è importante?
Per questo guardandole opere di Paul Avril mi sono ricordata che erotismo e ”pornografia” sono sempre esistiti, sono evidentemente parti importanti della nostra cultura, e rispondono ha bisogni reali dell’essere umano, o almeno a quelli di alcuni di noi.
Mi viene da chiedermi, Perché il porno è importante? di nuovo l’idea che il sesso ci immerga nel presente mi sembra una ragione valida e anche quella che, un corpo nudo ed erotico, è spogliato da qualsiasi sovrastruttura sociale e mentale, per cui nudi siamo tutti uguali. In fondo tutti veniamo dal sesso ed il sesso appartiene (teoricamente) a tutti.
Purtroppo però, l’eccessiva spettacolarizzazione fatta da molti contenuti pornografici odierni, allontana le persone dalla visione del sesso come liberazione e lo rende per alcuni l’ ennesimo costrutto sociale di potere, per altri l’ennesimo standard con cui confrontarsi e per altri ancora, un taboo.
La bellezza del corpo nudo è proprio nella sua semplicità e Paul Avril raccontava storie in modo semplice e per questo senza censura. Le sue opere diventano delle testimonianze storiche sulle pratiche sessuali di 200 anni fa, dove si usavano sex toys e frustini, le donne facevano sesso tra loro, gli uomini anche e in gruppo o con animali. Ad oggi niente di nuovo, ma è chiara la gigantesca rimozione sociale che nei secoli, è stata perpetuata nei confronti di queste pratiche umane relazionali e sessuali. Evidente è come il sesso diretto, nelle parole o nelle immagini, è stato proibito mentre quello subliminale, è oggi più che mai usato per spostare masse e consensi, a riprova del fatto che si, siamo animali sessuali.
La trasparenza sessuale come pratica di libertà
Penso che la bellezza dell’arte visiva di Avril sia proprio l’esplicitazione del bisogno umano, il che riempie la sua arte di verità e ne fa un mezzo comunicativo trasparente e realistico. Solo un’altra sfaccettatura della nostra identità, un’altra parte della nostra storia, che serve a far crollare la maschera di chi nega l’istinto sessuale e animale che c’è in noi.
Pur consapevole del fatto che troppo spesso oggigiorno l’industria del porno promuove una sessualità indiscriminatamente violenta, maschilista, irreale, squallida, è vero che, preferisco chi apertamente racconta il sesso (e Paul Avril è scattato immediatamente sul podio dei miei narratori preferiti), a tutti quei mezzi di comunicazione che sessualizzano qualsiasi cosa pur di vendere e fare profitto. Due facce della stessa medaglia, solo che in una, stiamo scegliendo di guardare il sesso apertamente, mentre l’altra, inganna il nostro cervello per sfruttarne a piacimento la sua parte istintuale.
La trasparenza sessuale in definitiva, è una pratica che può renderci persone più consapevoli e libere. Non si tratta di sprizzare sesso da tutti i pori, ma di trovare un linguaggio per poter comunicare quella parte dei nostri desideri e bisogni che sono intimi, privati e per ognuno diversi. Il porno è come una delle lettere dell’alfabeto di questo linguaggio, non è la sola ne l’unica, per ciò dobbiamo solo capire che tipo di discorsi vogliamo comporre con essa.