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Open Art Images: “Art Is Yours, search and download it”

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Un piccolo caso di Subvertising a Roma

In queste ultime settimane abbiamo viaggiato attraverso i secoli e gli stili, tagliando diametralmente il campo della pratica artistica e dei suoi significati. Quando si parla di storia dell’arte, viene alla mente il passato, l’archeologia o la museologia, aree tipici dell’investigazione artistica. Ci dimentichiamo spesso del presente, perché chiaramente è sotto ai nostri occhi, imminente e non ancora digerito da nessuno, vivo (anche se credo che tutta l’arte in qualche modo lo sia o debba esserlo). Ci capita così di passare accanto a opere contemporanee e di non notarle, né di non soffermarci o di osservarle, di non perderci dentro, poiché sono ben camuffate  e non ci sembrano aderire al (pre)”concetto” di arte che ci hanno sempre insegnato: l’arte nel museo, l’arte quotata, l’arte gestita da un curatore, l’arte che paghiamo, l’arte di un élite, l’arte fatta da qualcuno importante.

Se parliamo di storia, succede spesso lo stesso; vediamo la storia come un evento passato e trascorso, su cui non abbiamo più influenza e che possiamo solo esaminare. Così facendo, dimentichiamo un dettaglio fondamentale: la nostra storia è la storia che viviamo ora. La mia e la tua storia sarà studiata dai posteri , ma  la stiamo vivendo adesso, la creiamo e le diamo forma. Questo ci rende attori attivi dei processi storici, personaggi che mettono in atto e svolgono azioni storiche. Per l’arte e la sua storia vale lo stesso. L’arte di oggi è l’arte che viviamo nel nostro contesto sociale, con i nostri protagonisti e bisogni contemporanei. Non significa che ciò che facciamo oggi (o che è stato fatto ieri) non avrà importanza anche nel domani e che tutta l’arte del passato non sia ammirevole e importante anche in quanto processo. La questione è ricordarci di guardarci intorno, a ciò che accade oggi, a come gli artisti si esprimono e creano, perché ciò rispecchia e racconta la società che noi condividiamo con essi , che co-creiamo insieme e può raccontarci molto su di noi.

Ciò che per l’arte è oggi necessario

Sempre più evidente è che i luoghi dell’arte, gli stili e soprattutto le necessità che spingono a fare arte, sono cambiate e continueranno a farlo nel divenire dei tempi. Per questo oggigiorno,  l’arte nei musei, non è sufficiente a rappresentare lo spettro artistico dell’era contemporanea. Tanti fenomeni sono nati negli ultimi quattro decenni, in primis la street art, che ha piano piano deformato e trasformato il concetto di arte, alla volta di nuovi orizzonti. L’arte di oggi ha invaso il tessuto sociale più che mai, in una forma orizzontale che forse in passato non era mai stata così estesa.  È come se si fossero rotti gli argini di ciò che veniva definito “artistico” nei secoli precedenti e la necessità di espressione a tutti i costi, in tutte le sue forme, abbia preso il sopravvento. L’arte contemporanea, l’arte di oggi, la troviamo per le strade, nelle persone comuni, nelle comunità  e assolutamente anche nell’etere, nell’internet, oggi più che mai spazio reale nel reale. L’arte di oggi, proprio quella di stamattina poi, ha bisogno di questionare e mettere in discussione il conteso storico in cui è. Domandarsi quotidianamente come è strutturato il mondo e come viene vissuto.

Attacco artistico a Prenestina

 All’alba di questo lunedì, Roma si è svegliata sotto un attacco artistico, di quelli provocatori e liberatori allo stesso tempo. Una di quelle azioni silenziose che cercano di smuovere la routine quotidiana della città, da cui siamo spesso assuefatti, tanto da dimenticarci che essa ci appartiene e non viceversa. Andiamo avanti come automi, non cerchiamo più l’errore, la diversità, la rottura. A questo ci pensa l’arte, come sempre terremoto culturale, perché se non pensassimo ogni tanto al superfluo e alla bellezza, la vita non varrebbe la pena.

Così un attacco di Subvertising ha scosso Piazza Vittorio, e poi Manzoni, San Giovanni e Prenestina, e la cosa ha dell’incredibile, perché  siamo stati messi in mezzo anche noi di Open Art Images, anzi, ne siamo stati fatti protagonisti.

Il Subvertising è l’incontro tra arte urbana e attivismo, una critica attiva alla realtà, mediata dall’arte o comunque dalla creatività (subvert: sovvertire e advertising: pubblicità).

“.. vandalizzazione creativa di manifesti pubblicitari e forma di culture jamming (sabotaggio culturale) adoperata da diversi collettivi e movimenti contro il sistema consumistico della società e il monopolio della pubblicità nello spazio visuale urbano.”

Questa forma artistica è fondamentale poiché immersa nella nostra storia. Rappresenta la reazione spontanea a tutti i cambiamenti della società di massa e dei mass media. Ci fa capire come la pratica creativa sia entrata nella cultura popolare e sia diventata mezzo espressivo di diversi soggetti sociali che cercano nuove forme, più libere e mirate, di racconto, protesta e aggregazione intorno a specifiche tematiche.

Steal This Poster

 L’azione è stata fatta da attivisti anonimi, ma le grafiche sono state fatte circolare sulla piattaforma digitale Steal This Poster .

Questa piattaforma, un archivio di poster sovversivi, nasce proprio con l’intento di agevolare la diffusione del Subvertising, creando coscienza negli individui sulle proprie potenzialità di azione e reazione agli eventi. “Muri puliti, popoli muti” è il detto che più spiega la necessità di intervenire sulla realtà e non subirla passivamente. La città è il campo di battaglia, il microscopio per capire le macro-tendenze globali. La città è il nostro spazio, ci appartiene, dobbiamo viverlo e utilizzarlo come mezzo di comprensione e cambiamento. Riappropriarsi degli spazi rubati dalle pubblicità intensive è quello che Steal This Poster vuole fare. In questi giorni ci hanno messo in mezzo, perché hanno capito l’importanza che una piattaforme come Open Art Images assume  nel contesto culturale del nostro secolo: un passo in avanti verso la liberazione dell’arte e la condivisione delle conoscenze. Come ho già detto, i linguaggi di adesso passano sempre attraverso il web, e molti progetti nascono e si sviluppano attraverso le piattaforme digitali. La cultura ormai è ovunque nella rete e la controcultura deve rispondere adeguatamente a questa invasione.

Art is Yours, search download it

I manifesti apparsi in giro per Roma dicono: “Art Is Yours, search and download it”, l’arte è vostra, l’arte è di tutti, cercala e scaricala!! Poi il link alla piattaforma Open Art Images, come a dire “Più facile di così”. Questa frase è un inno all’azione, all’indipendenza culturale rispetto a tutte le istituzioni e soprattutto ai fenomeni  creati da dinamiche socio-politiche invalidanti, che controllano, gestiscono e speculano sulle risorse culturali del mondo. La cosa più positiva di internet è la scoperta dell’accessibilità e ciò che ancora è spesso considerato reato, oggi più che mai dovrebbe essere un diritto per rendere il web un luogo orizzontale: scaricare, condividere, accedere. Il sistema artistico deve adeguarsi affinché le informazioni circolino e in questo senso la recente pandemia globale ha agevolato l’accesso a risorse culturali via web. Anche Open Art Images ha fatto di questo obbiettivo uno dei suoi punti chiave e StealThis Poster ha voluto omaggiarlo e portare questo messaggio alla banchina dell’autobus dove chiunque aspetta.

Dove le pubblicità generano inquinamento visivo, grafica invasiva, sovra stimolazione sensoriale, la Subvertising inganna il cervello e obbliga l’occhio a fermarsi, a rallentare e prestare attenzione (catturato da un cortocircuito nella ”normalità”, contradditorio e sovversivo), cosa che nell’ultimo secolo stiamo progressivamente disimparando. Ricordiamo che l’arte è sempre un’azione, la maggior parte delle volte è un’azione mirata alla bellezza, e di questa bellezza una parte va protetta dalle speculazioni e dalle disuguaglianze perché per tutti è il diritto di avere un po’ di poesia nella propria vita. Di tutti è il diritto ad interagire con l’ambiente e lo spazio urbano ma anche di decidere che tipi di intrattenimento e influenze culturali vogliamo accettare intorno a noi. Negli anni, collettivi e realtà come le Guerrilla Girls, Brandalism, Guerrilla Spam, ma anche Banksy, il Teatro dell’Oppresso, Keri Smith e artisti come Francys Alyd, indagano l’azione  e l’arte come detonatore per la coscienza sociale. Tutto ciò che è arte pubblica, intesa nello spazio pubblico e per le persone, è contemporaneo e racconta, spesso con una scioccante e semplice intensità, la disgregazione di un mondo e forse la creazione di una nuova era.

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