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Le civiltà passate e presenti sono caratterizzate da usi e costumi che spesso si esprimono attraverso simboli e concetti rappresentativi.
Ad ogni civiltà fa riferimento un alfabeto, un linguaggio, dei codici iconografici, dei colori, dei materiali ed è in questo modo che si definisce e categorizza una particolare epoca artistica e storica.
L’iconografia, “Il complesso dei motivi e criteri che distinguono e inquadrano l’immagine dal punto di vista culturale.” è la chiave per capire il pensiero di una civiltà,, le priorità sociali che aveva e come venivano percepite l’esistenza e la vita.
Le geometrie vettoriali
Se dovessimo far riferimento all’iconografia dei nostri giorni, piuttosto che guardare alla storia dell’arte, guarderemmo al visual design, all’alfabeto grafico digitale, fatto di loghi in vettoriale, emoticon e pubblicità. L’epoca industriale segue l’ideologia economica capitalista e ad oggi, una buona parte delle rappresentazioni visuali, sono al servizio dell’economia. I nostri occhi, per strada e sui media, sono costantemente sottoposti ad immagini che sponsorizzano oggetti e/o servizi legati al consumo, a differenza delle epoche passate in cui si riproducevano decorazioni a tema naturalistico, religioso, storico ed ornamentale. I nostri occhi vedono merci, slogan e il nostro cervello ragiona per acquisti. Le griglie grafiche o editoriali, partono dalla geometria per guidare il movimento dell’occhio e invogliare interesse economico/sociale.
Le geometrie dell’ Umanesimo
Questo discorso è partito dalla mia osservazione dell’opera di Leonardo Da Vinci ”L’uomo Vitruviano”(1490 circa), che diventa un’icona/simbologia fortemente esplicativa del periodo storico in cui fu disegnata, quello Umanistico: l’uomo al centro del cielo e della terra, l’uomo misura di tutte le cose, un’estetica fortemente legata all’idea di bellezza e armonia classica. Questa corrente getta le basi per il discorso Homo centrico che porterà, secolo dopo secolo, alla definizione più moderna di Antropocene, in cui l’attività umana è nuova forza tellurica in grado di cambiare gli assetti fisici del pianeta. Durante il periodo Umanistico-Rinascimentale, l’uomo si affida allo studio e alla conoscenza come mezzi per affermare la propria dignità in base alle proprie capacità intrinseche: si autodetermina rispetto a Dio. Oggi, nell’era Industriale, è l’oggetto e la sua produzione ad essere epicentro di tutto, poiché il nostro metro di giudizio è tarato sulla capacità di profitto che hanno le cose/persone.
Ma tornando all’opera del Da Vinci, il simbolismo sintetico delle forme geometriche è utilizzato per raccontare le volontà della sua epoca. Il cerchio è il cielo, lo spirito, il cui centro è descritto proprio dall’ ombelico umano. Il quadrato è rappresentazione della materia, le cui diagonali si incrociano sui genitali maschili. Materia e spirito circondano l’uomo, che ne diviene di conseguenza l’origine (O.) attorno cui tutto ruota. In questo senso, il punto di vista umanista e occidentale, compie una divisione formale, simbolica, geometrica e filosofica, di ciò che è terrestre e mondano, rispetto a ciò che appartiene alla sfera celeste spirituale. La fluidità circolare è esteticamente interrotta dagli spigoli del quadrilatero e questo è molto chiaro nello schizzo di Leonardo. Cerchio e quadrato sono sovrapposti disarmonicamente, mentre l’uomo si incastra perfettamente in entrambi. Non c’è equilibrio tra cielo e terra, se non grazie alla mediazione umana. Oggi, l’uomo Vitruviano giunge fino a noi inciso su una delle facce della moneta da un euro, rinnovando i suoi significati nel racconto sul mondo di oggi: Homo faber fortuna suae.
La geometria dell’armonia
Andando molto indietro nel tempo, notiamo come cambia la simbologia grafico-geometria, che rappresenta una diversa concezione intellettuale del mondo, in cui lo spirito diviene prisma che riflette ed espande la materia. Nella tradizione Cinese Taoista, il simbolo del Tao (cerchio in cui avviene l’unione dei due opposti creatori yin e yan) è racchiuso nell’ottagono degli elementi, flussi di energia che attraversano il mondo e possono condizionare la vita umana: il fuoco, il lago, la terra, il cielo, l’acqua, la montagna, il tuono e il vento.
Il bagua (Cinese: 八卦; letteralmente: otto simboli) è un simbolo contornato da otto trigrammi dell’I Ching allineati ciascuno ad un punto cardinale, formando un perfetto ottagono. I trigrammi possono essere combinati tra loro, dando origine a sessantaquattro gruppi da sei linee, i sessantaquattro esagrammi che costituiscono le basi del libro cinese dell’oracolo: rappresentano infatti tutte le possibili condizioni della vita umana.
Molte sono le opere e i manufatti dove questo simbolo viene rappresentato come icona della vita stessa e dell’equilibro che c’è tra tutte le cose. Nella visione cosmica cinese, è fortissimo il culto di ammirazione per la natura, rispetto alla quale l’uomo si trova in posizione simile a tutti gli altri esseri: è posto tra terra e cielo e riceve senza posa energie da entrambi. In questo senso, non è generatore ma ricettore: senza un vero scopo se non quello di seguire il Dao, la via, l’uomo riceve il dono della vita e in essa gioisce. La geometria è simbolo armonico dell’armonia universale. Al centro troviamo l’energia primordiale creatrice che si trova dentro tutte le manifestazioni materiali e spirituali. Il Bagua veniva utilizzato come una bussola, per studiare gli influssi energetici nel momento di prendere delle decisioni o costruire una casa.
La geometria divina
Contemporaneamente alla civiltà Cinese, quella Indiana è stata culla di una cultura vastissima e di una capacità iconografica meravigliosa. Molte epoche prima di Raja Ravi Varma (di cui abbiamo scritto qui), il simbolismo Indiano si era già sviluppato dalla rappresentazione del divino, attraverso l’utilizzo delle linee sintetiche della geometria. L’utilizzo degli Yantra, legato alla pratica tantrica e poi Induista, è uno dei mezzi più efficaci di avvicinarsi ad una divinità e quindi ai suoi poteri e qualità.
Ogni Yantra è la rappresentazione grafica di un’energia divina, e la pratica meditativa consiste nell’osservazione prolungata di queste geometrie, spesso accompagnata dalla ripetizione di un mantra. L’osservazione attiva e focalizzata, che si opera nel centro dell’immagine (in corrispondenza del puntino, il Bindu) trasmette spesso un senso di movimento ottico e alternanza, come in una frequenza armoniosa che trasforma l’immagine da bidimensionale a tridimensionale.
La geometria degli Yantra è fatta dalla ripetizione di forme come il triangolo, che rivolto verso il basso è principio femminile, verso l’alto è principio maschile e che è rappresentazione fondamentale presente in ogni cosa (anche nel corpo umano). Il cerchio è la coscienza universale, i fiori di loto rappresentano la mente pura in meditazione, il quadrato simboleggia l’elemento terra con le sue 4 porte.
L’uomo in questo senso aspira al divino attraverso la pratica e può integrarlo attraverso di essa. D’altro canto le divinità Induiste, incarnano le infinite sfaccettature dell’umano, e sono tutte accolte e integrate senza distinzione tra bene o male. Ci sono divinità benevole e divinità terrifiche, che sono lo specchio dell’umanità e che sono necessarie al raggiungimento della consapevolezza. La geometria è al servizio della meditazione e del risveglio spirituale: è una porta diretta e personale per il divino, senza intermediari.
In conclusione, la geometria trasversalmente alle epoche, è usata per rappresentare attraverso l’armonia delle forme, un ordine cosmico armonico. Con l’uomo Vitruviano però essa inizia a svuotarsi dei significati per incentrarsi moto sull’ idea di estetica e di potere. L’uomo, oltre ad essere il disegno finale, è divenuto anche compasso, metro e squadra; questo ha cambiato lo sguardo con cui guardiamo il mondo e ciò che ci circonda.